11. Intensificazione

11. Intensificazione

Mentre la disciplina comincia a radicarsi nella nostra interiorità, e mentre ci rendiamo conto di come da sempre siamo stati ingannati dalle nostre false aspettative e dalla nostra deriva inerziale indulgente, possiamo intervenire per chiudere altre falle energetiche nel nostro Campo di Consapevolezza.

In realtà, possiamo dire che la chiusura di queste falle è ancora un contenimento, non un riassemblaggio. Tuttavia, tale contenimento è molto importante per noi, perchè la chiusura progressiva delle nostre falle energetiche implica liberare sempre maggiore energia a vantaggio del nostro Campo di Consapevolezza. Proseguendo in questo metodico contenimento, arriveremo ad avere sufficiente energia per attaccare frontalmente le cause più importanti e più potenti del nostro depotenziamento e della nostra perdita energetica; ma non potremo mai arrivare a fronteggiare il Varco del Deserto, senza aver progressivamente chiuso, una ad una, tutte le nostre dissipazioni energetiche attraverso il supporto della disciplina.
Il regno del Guerrieroè protetto da una porta.E' ben nascosta,come un monastero tra le montagne.Molti bussano,ma pochi entrano.

Dan MillmanCome abbiamo visto, la Spirale di Depotenziamento si innesca attraverso un pensiero/immagine generato dallo Sfidante nella nostra Mente di Superficie; quindi, prima di risalire alla fonte, possiamo intanto agire nella nostra interiorità per attenuare al minimo possibile le perdite energetiche di cui la Spirale di Depotenziamento ci rende vittima.

Per contrastare questo deflusso, esistono due discipline molto potenti:
  • La non espressione delle emozioni negative
  • La riemersione della Mente Profonda
Uno degli obiettivi primari dello Sfidante è generare energia emozionale di matrice negativa, in grado di paralizzare le nostre buone intenzioni, renderci preda di ogni tipo di tossicodipendenza emozionale e trasformare la nostra vita in un inferno totalmente alimentato da illusioni irreali. Tuttavia, tale esito può effettivamente realizzarsi se e solo se questa energia emozionale viene espressa in una azione che la manifesti. Se internamente a noi stessi percepiamo una emozione di rabbia, e trasformiamo tale emozione in azione sfogandola contro qualcosa o qualcuno, abbiamo compiuto il passo finale nel supporto energetico dello Sfidante, perchè lo Sfidante è ghiotto, potremmo dire così, del corto circuito emozionale ingenerato da una azione che lo manifesta.
Don Miguel Ruiz mi insegnòa non reagire a tutto,a non essere un computer automaticoche reagisce a seconda del pulsanteche viene premuto.

Gaya JenkinsNon esprimere le emozioni negative, e dunque non trasformarle in azione, significa introdurre un elemento di distacco tra la nostra percezione e l'azione. L'emozione negativa continua ad esistere, ma noi non la esprimiamo, fondamentalmente perchè essa è stata generata da una Forza che non siamo noi attraverso strumenti che ci sono stati per così dire usurpati senza che ce ne accorgessimo.

Ma attenzione! Non esprimere una emozione negativa non significa negarla, o ricacciarla nel profondo, perchè questo significherebbe introdurre un ulteriore elemento di sofferenza nel nostro Campo di Consapevolezza. Non esprimere una emozione negativa significa accettarla totalmente dentro di noi, lasciare che essa sia tutto ciò che deve essere e bruciarla sul fuoco della nostra Attenzione Totale. Significa essere totalmente presenti davanti ad essa senza arretrare di un passo, eppure senza trasformarla in azione. Significa osservare quello che percepiamo e renderci conto che la nostra Mente di Superficie sta interpretando una sgradevole sensazione corporea, come un formicolio o una oppressione in determinati punti del corpo, e sta dando ad essa un nome a cui è associata una serie di azioni, o meglio, reazioni, per spegnerla o ricacciarla indietro o nel profondo.
La rabbia si può trasformarein tristezza.Questo sarà il sintomo della puliziache sperimenteremo se permetteremoa noi stessi, per la prima volta,di esprimere una emozionedopo averla repressa per tanto temposotto una immagine mentale.

Don Miguel RuizNon esprimere una emozione negativa richiede molta, molta energia, perchè abitualmente quello che facciamo come esseri umani inconsapevoli è esattamente l'opposto. Sembra paradossale, ma gli esseri umani tipicamente non manifestano le emozioni positive e manifestano in azione quelle negative. Sembra paradossale, ma non lo è, perchè è il frutto di una tattica ben precisa.

Eppure, le emozioni sono molto, molto importanti: tutte le tradizioni di ricerca interiore ci indicano strumenti volti ad elaborarle e a manifestarle al meglio. Per esempio, nel linguaggio cabalistico, le emozioni si chiamano misure, in quanto è proprio tramite loro che l’essere umano può misurarsi per rendersi conto di quanto progresso egli abbia veramente compiuto sulla via della crescita coscienziale. Allo stato normale, invece, gli esseri umani finiscono per produrre emozioni attraverso l'uso improprio della Mente di Superficie al solo beneficio della perpetuazione della presenza dello Sfidante all'interno del loro Campo di Consapevolezza.

Non esprimere emozioni negative può e deve iniziare da piccole mosse. Ci sono grandi demoni manipolati dallo Sfidante dentro di noi, ed è folle iniziare la riconquista passando da essi. Qualcosa di semplice entra nel nostro Campo di Consapevolezza, scuote le nostre opinioni sul Mondo, e genera una emozione negativa: rabbia, disprezzo, depressione. Fronteggiamo l'emozione che si manifesta;osserviamo come questa emozione scaturisca da un pensiero generato in maniera automatica dalla Mente di Superficie; osserviamo la natura di questa emozione, il suo sapore, le sensazioni prettamente fisiche che produce nel corpo. Osserviamo, lasciamo che l'emozione sia tale, ma non manifestiamola in azione. Non sfoghiamo la rabbia o il disprezzo che sentiamo, contro di noi o qualcos'altro. Non manifestiamo la nostra depressione in azioni che la confermino. Osserviamo le emozioni, ma non manifestiamole, perchè niente di tutto questo siamo noi.
Se si riesce a rimanere vigili e presentiosservando tutto ciòche si percepisce interiormentesenza esserne sopraffatti,vi sarà fornita l'occasioneper la più potente pratica spirituale,e diventerà possibileuna rapida trasformazionedi tutto il dolore passato.

Eckhart TolleUna emozione negativa, intesa come emozione che dissipa energia, che viene inflessibilmente osservata senza essere combattuta, senza essere negata, senza essere espressa in maniera reattiva, passa rapidamente ed inizia pressochè subito a diminuire di intensità. Successivamente, con il nostro stato interiore così ripulito, se sarà necessaria una azione per far sì che l'emozione passi via del tutto, allora agiremo, ma la nostra azione sarà pulita, creativa e non reattiva. Tutte qualità che renderanno la situazione funzionale e di sostegno al nostro Campo di Consapevolezza, invece che un nuovo ed ennesimo approvvigionamento energetico erogato inconsapevolmente allo Sfidante.
Nel placare un risentimentospesso si procede lentamente.E questoa chi giova ?

Tao Te ChingLa riemersione della Mente Profonda è un'altra disciplina di enorme potenza, perchè va ad agire su un aspetto della Mente di Superficie che lo Sfidante conosce ed usa per pilotare a proprio vantaggio e con il minimo sforzo necessario la Spirale di Depotenziamento: l'interpretazione meccanica delle percezioni
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Portando la nostra attenzione sul caos apparentemente incontrollato della Mente di Superficie, scopriremo che la quasi totalità dei pensieri che ci permettiamo di mantenere sono stranamente focalizzati su una sola polarità prevalente. Tutto quello che entra nel nostro Campo di Consapevolezza, compresi noi stessi, viene giudicato, cioè scomposto in parti separate e sconnesse, e trovato colpevole o innocente, inadatto o adatto, indegno o degno, impossibile o possibile, buono o cattivo ecc. ecc. in un meccanismo che ora conosciamo molto bene.

Tale enorme baccano ci impedisce di sentire ed accedere all'interno di noi stessi ad una più vasta mole di informazioni, che comprende gli aspetti unificanti e connettivi che sottendono ogni cosa. Questi aspetti non possono essere realizzati dalla Mente di Superficie, perchè essa non ha questa funzione; questi aspetti sono di esclusiva pertinenza della Mente Profonda.

Far riemergere la Mente Profonda significa sostanzialmente introdurre un cuneo di distacco tra noi ed i pensieri della Mente di Superficie, perchè questi pensieri hanno ben poca importanza e non sono chi noi siamo. In questo spazio, creato dal distacco, lasceremo consapevolmente che la Mente Profonda intervenga attraverso le sue sensazioni, ed invece di accettare completamente e subito i pensieri di giudizio generati dalla Mente di Superficie, positivi o negativi che siano, rimaniamo in ascolto, vigili e consapevoli, delle sensazioni emanate nelle profondità di noi stessi dalla Mente Profonda.
In situazioni di emergenza,la mente si ferma.Diventate totalmente Presenti nell'Adesso,e prende il sopravventoqualcosa di infinitamente più potente.Ma non è necessarioscalare la parete nord del Cervino.Potete entrare in questo statoAdesso.

Eckhart TolleL'occasione per la pratica della riemersione della Mente Profonda è praticamente tutta la nostra esistenza. Osserviamo un albero, una pianta, un oggetto. Interagiamo con un altro essere umano. Distacchiamoci dalla Mente di Superficie e dai suoi vaniloqui che non ci appartengono. Che cosa percepiamo? Che sensazioni emana l'oggetto o l'essere con cui stiamo interagendo? E il luogo in cui siamo? Che cosa percepiamo, davvero? C'è armonia? Oppure qualcosa non funziona?

La riemersione della Mente Profonda ci permetterà praticamente subito di renderci conto che ogni cosa è molto, ma molto di più di quello che la Mente di Superficie riesce a giudicare, e che la summa di pensieri di giudizio e condanna che ci permettiamo di lasciare a briglia sciolta dentro di noi non sono nemmeno un'ombra di quella realtà indiscutibile che credevamo fossero.

Ma l'elemento di maggiore importanza in questa riemersione consapevole è insito nella realizzazione che laddove la Mente di Superficie sta interpretando una nuova percezione sulla base di vecchie esperienze somiglianti, o sta impedendo una azione positiva per la nostra crescita con dubbi e paure, o sta provocando una azione per tossicodipendenza emozionale, i pensieri che utilizza per dissuaderci o per raggiungere i suoi scopi non sono chi noi siamo. Questo è il nodo cardine da realizzare. Il fulcro della nostra percezione è nel profondo di noi stessi, in uno spazio in cui i pensieri non sono ancora diventati parole, eppure ad esso non concediamo mai lo spazio ed il silenzio per manifestarsi. O, per meglio dire, lo Sfidante non permette che ciò accada, perchè questo significherebbe arrivare a vedere che la nostra vita non è nelle nostre mani, cioè nella trasposizione in azione delle sensazioni percepite dalla Mente Profonda, ma nelle mani delle forze dello Sfidante, nell'illusione interiore della nostra libertà personale.
La Coscienza non è mente.La Consapevolezza non è mente.L'Attenzione non è mente.

Dan MillmanEcco quindi che non esprimere le emozioni negative e far riemergere la Mente Profonda creano un nuovo spazio interiore, uno spazio di ascolto e osservazione. Questo nuovo spazio che ci conquisteremo con la nostra disciplina è uno spazio integro, totalmente nostro, dove lo Sfidante non può sopravvivere, nè può intervenire per utilizzarlo a suo vantaggio. Più grande, più profondo, questo spazio diventa, più energia riprendiamo indietro dal Campo Gravitazionale dello Sfidante, e più maestosa e libera diventa la nostra esistenza.
L'essere umano è soltantoil compendio del suo potere personalee tale compendiodetermina il modo in cui vivee il modo in cui muore.

Carlos Castaneda 

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